Il bilancio espresso secondo i criteri dei regolamenti delle camere di commercio che richiedono la spedizione del formato XBRL, non consentono il rispetto degli obblighi informativi, occorre pertanto inviare una nota integrativa che abbia il solo effetto di farsi accettare la pratica, e la vera nota integrativa come allegato.
Le camere di commercio, infatti, hanno di fatto trasformato, appunto per regolamento, la disciplina prevista dal codice civile, per i bilanci, sovvertendo, in modo palese, la gerarchia delle fonti, e hanno obbligato le imprese a un’informazione più omogenea e comparabile, quella appunto attraverso il formato XBRL con contenuti rigidi nella nota integrativa, che però perde ogni capacità, proprio in alcuni casi in cui l’informativa di bilancio è fondamentale.
La questione non appare in effetti di poca importanza, se specialmente si considera, che la normativa sul bilancio è frutto di studi e di commissioni di tecnici che si riuniscono a livello nazionale, con i migliori studiosi, e spesso raccogliendo le indicazioni che arrivano dalle commissioni locali, organizzate presso le sedi dell’ordine dei commercialisti e utili proprio a studiare le esigenze e le possibilità informative.
La legge 127/1991, aveva previsto degli schemi rigidi di bilancio, interpretando la normativa che promanava dalla IV direttiva in tema di bilancio e introducendo degli schemi fissi nel sistema contabile Nazionale. In quegli anni, ebbi di avere come docente in università Cattolica, il professor Angelo Maria Palma, che in quegli anni faceva parte della commissione Nazionale per la Statuizione Dei Principi Contabili, che ci raccontò il dibattito che aveva portato alla formazione di quegli schemi e alla loro interpretazione in sede di Commissione Nazionale di Dottori Commercialisti e Ragionieri.
I rigidi schemi informativi, richiesti dalle camere di Commercio, non sono frutto di alcun autorevole dibattito, quantomeno noto alla platea di Dottori Commercialisti, esperti Contabili e imprenditori che subiscono la richiesta.
Ma c’è di più. Il sistema di informazione richiesta, è uguale per tutti. Mentre per esempio nel caso degli schemi di bilancio, il legislatore prima comunitario, e poi Nazionale, avevano saputo distinguere casi in cui non si doveva applicare la normativa essendo necessario vararne una specifica- per esempio nel casso di imprese assicurative e bancarie, i regolamenti delle camere di commercio, non si sono nemmeno preoccupati di verificare quale potessero effettivamente essere i casi, in cui l’informazione veniva, io ritengo, sostanzialmente distorta dall’applicazione di forme così rigide.
Un paio di esempi per tutti.
Una società che muti totalmente i propri criteri di redazione del bilancio, passando dall’applicazione dei principi contabili, al Fair Value. Le comparazioni a cui i rigidi schemi camerali del Bilancio XBRL obbligano, in questo caso, sono sostanzialmente distorsivi dell’informazione. Il redattore del bilancio dovrà pertanto mandare una nota integrativa, in XBRL, vuota o parzialmente non compilata, e rispondere alle esigenze informative imposte dalla legge, con allegati autonomi, indicando che la vera nota integrativa si trova in uno di quegli allegati. Ciò che risulterà in camera di commercio come bilancio, ai sensi dell’articolo 2423, completo cioè della vera nota integrativa “ufficiale” nel senso di pubblicizzata dalla camera come tale, non sarà la vera nota integrativa, e cioè il documento approvato dall’assemblea dei soci.
Ancora più paradossale è il caso del bilancio di liquidazione, quando cioè:
a) viene meno la distinzione fra immobilizzazioni ed attivo circolante, perché tutti i beni ed i crediti sono destinati al realizzo diretto sul mercato, nel più breve tempo possibile;
b) viene meno la determinazione, con criteri prudenziali, di un utile distribuibile ai soci senza ledere l’integrità del capitale preesistente, che è lo scopo fondamentale del bilancio d’esercizio, e non sono più applicabili (salvo qualche eccezione) i principi generali indicati nell’art. 2423-bis c.c., primo fra tutti, il postulato della “continuazione dell’attività dell’impresa” (going concern);
c) non si dovrà più procedere al calcolo degli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali ed immateriali.
Sarebbe pertanto sbagliato adempiere all’informativa richiesta secondo gli schemi previsti dalla nota integrativa in formato XBRL comparando valori diversi per criteri, natura e funzione.
Nel caso dell’assoggettamento della società in liquidazione a una procedura di concordato preventivo, il liquidatore che voglia adempiere correttamente all’informativa di legge, dovrà necessariamente giustificare al tribunale e, prima ad un commissario giudiziale, che magari non ha una formazione principalmente contabile e specialmente familiarità con i regolamenti camerali, una scelta che, a chi invece abbia dimestichezza con i principi normativi generali e con la gerarchia fonti potrebbe sembrare illogica o addirittura non corretta.
Probabilmente, infine,tra chi ha elaborato i modelli, nessuno si è neppure posto nemmeno il problema dei bilanci consolidati di gruppi che hanno società controllate in Italia e all’estero.
La politica perde la sua funzione, Le commissioni di esperti, vengono “rottamate”. Sembra quasi che un legislatore che non è più in grado di legiferare, abbia provato a spostare le sue prerogative sulle camere di commercio, che, forse, non avevano le competenze, per un lavoro così difficile, e queste, anziché uniformare le proprie procedure per fare in modo che il deposito di un atto non sia diverso tra città che distano solo qualche decina di chilometro, si siano invece imbarcati, in una sfida di omogeneizzazione delle note integrative, che ha avuto l’effetto di ridurre, talvolta in modo radicale il contenuto informativo dei bilanci specialmente della piccola e media impresa. Qualche volontà davvero, occorrerebbe avere la dignità e il coraggio, a dispetto dei degli euro investiti e fatti spendere a professionisti e imprese, – ma questo è un altro problema, di fare marcia indietro, e consentire al nostro paese quella competitività che gli Italiani, e il genio italiano, meritano.