La legge fallimentare
Utilizzo delle procedure
Anche l’imprenditore più capace, nel momento in cui l’impresa si trova in crisi, spesso comincia a faticare ad interpretare correttamente la realtà e la nuova situazione giuridica. La legge fallimentare, prevede alcuni reati specifici per l’imprenditore che, malgrado un acclamato stato di insolvenza, continua ad attuare, magari in buona fede, fatti che aggravino tale stato. Fatti normali, quali, pagare i propri fornitori per cercare di salvare la propria azienda, e magari cercare di salvare i posti di lavoro, se non si è correttamente seguiti può trasformarsi in un reato. Lo studio Arrighi mette a disposizione di qualunque tipo di clientela la propria esperienza per consentire di ricorrere, o di non ricorrere, nel modo opportuno alle seguenti procedure:
- Liquidazioni in buonis.
- Piani attestati a norma del terzo comma dell’articolo 67 della legge fallimentare.
- Concordati stra-giudiziali, o anche a norma dell’articolo 182 bis della legge fallimentare.
- Concordati preventivi
- Fallimenti in proprio ed eventuale successivo ricorso alla procedura di concordato fallimentare.
Tali procedure consentono all’imprenditore e soprattutto all’impresa di risolvere la propria situazione debitoria e talvolta di salvare parte del proprio patrimonio e della propria vita. È evidente che la collaborazione con il tribunale e il fatto di dover sottoporre tutte le proprie azioni al giudice comporta un elevato grado di trasparenza dell’imprenditore e la necessità di esperienza e di professionalità del professionista che deve aiutare l’imprenditore stesso a tracciare la propria rotta. Lo studio Arrighi ha acquisito tali esperienze seguendo i più importanti concorso, cioè, che sostituirà l’attuale concordato fallimentare. La riforma Rordorf renderà, nella maggior parte dei casi, impossibile il ricorso al concordato preventivo e quindi molti imprenditori, che vogliano salvare la propria impresa, dovranno richiedere in proprio all'istituto della “Liquidazione Giudiziaria“, per poi eventualmente proporre un concordato liquidatorio giudiziale, l’istituto, cioè, che sostituirà l’attuale concordato fallimentare.