I sondaggi sono sbagliati. E non perché, come talvolta accade, si dichiarino, e vendano, campioni molto più alti di quelli effettivamente intervistati, o perché siano sbagliati i sistema di campionamento perché spesso ci sia affida a mestieranti improvvisati, che, di fatto, non sanno nemmeno cosa significa stratificare una popolazione, ma perché i numeri del consenso non sono del tutto significativi ad esprimere il numero dei parlamentari dei partiti più piccoli.
Pasolini, non Tiepoli, diceva solo qualche giorno fa, su huffington post Luigi Crespi, probabilmente non solo il più grande sondaggista Italiano, ma colui che meglio di tutti gli altri, sa usare i sondaggi, per ottenere il consenso politico, e che in almeno de elezioni è stato colui che ha consentito a Berlusconi di vincere le elezioni proprio attraverso la “manipolazione del consenso elettorale”.
Mi spiego meglio. I numeri attraverso cui vengono eletti i parlamentari su base proporzionale devono tenere conto del meccanismo dei resti, e questo è facile per i partiti più grandi, ma non è facile capire come avverrà l’attribuzione per i voti del terzo polo. Il terzo polo, potrebbe in effetti essere quello che cambia tutti gli equilibri, a prescindere da fatto che il cntro destra davvero possa superare il 40 per cento…
Ogni partito riceverà un deputato ogni tre voti. Immaginiamo di avere tre partiti: il partito A riceve 10 voti, il partito B ne riceve 9 e il partito C ne riceve 2. Assegniamo quindi un deputato ogni tre voti, e ci ritroviamo con tre seggi al partito A (10 voti),tre seggi al partito B (9 voti) e nessun seggio al partito C (4 voti). Il settimo seggio sarà attribuito al partito che ha più voti “avanzati”, in questo caso il partito C, immaginiamo un qualsiasi terzo polo, (più precisamente al partito con il maggiore resto del quoziente tra voti e divisore, in questo caso ipotizzato pari a tre). Ci ritroviamo quindi con il partito C che pur non avendo alcun voto in base al divisore, riesce ad ottenere un collegio.
Questa operazione viene effettuata sui voti dei singoli partiti a livello nazionale per distribuire i 245 seggi tra le liste a livello nazionale. Viene poi ripetuta a livello di ogni circoscrizione. Proprio per questi giochi di resti, il conteggio a livello di circoscrizione potrebbe assegnare a un partito più o meno seggi di quelli spettanti secondo il conteggio nazionale e questo meccanismo potrebbe favorire i partiti più piccoli, come l’alleanza Calenda Renzi, che in fondo si trovano ad essere l’unico vero meccanismo di garanzia del sistema democratico. Questa operazione viene effettuata sui voti dei singoli partiti a livello nazionale per distribuire i 245 seggi tra le liste a livello nazionale. Viene poi ripetuta a a livello di ogni circoscrizione. La commissione elettorale dovrà individuare circoscrizioni in cui il partito eccedentario ha ricevuto l’ultimo seggio grazie ad un “resto”. Proprio per questi giochi di resti, il conteggio a livello di circoscrizione potrebbe assegnare a un partito più o meno seggi di quelli spettanti secondo il conteggio nazionale, e la composizione del parlamento potrebbe in effetti non corrispondere affatto al risultato dei sondaggi.
Esiste poi un’ulteriore incognita. L’abusata agenda Draghi. L’Italia ci ha creduto. Il PD ha impostato la prima parte della sua campagna elettorale dicendo di essere la vera incarnazione del governo Draghi, ma poi ha fatto l’alleanza con Frantoianni e l’estrema sinistra dichiarando al mondo che aveva scherzato. Questo inevitabilmente sposterà una rilevante percentuale di consenso e di indecisi dell’ultimo momento che i sondaggi non sono in grado di “spiegare” e comporterà il tracollo di partiti come la lega e una perdita molto meno evidente di partiti come i 5 Stelle, che alla fine sembreranno avere vinto.