In una serie di alcuni articoli, vengono di seguito proposte alcune rifelssioni sul ruolo del Bilancio Sociale, sempre più spesso utilizzati dalle imprese non profit, ma anche dalle imprese che hanno tra i loro fini anche quello di un legittimo profitto, per rappresentare idoneamente le esternalit positive prodotte.
Il concetto di economicità, per le aziende non profit, è sensibilmente diverso rispetto al concetto di economicità in un’impresa di produzione, essendo il fine sociale qualle peculiare e il bilancio sociale, il docuemento più idoneo ad esprimere il grado di soddisfazione del soggetto di istituto. Spesso, un’azienda di questo tipo, può essere considerata gestita nel rispetto dell’economicità solo annoverando i contributi che essa riceve dall’amministrazione pubblica come proventi tipici.
Efficienza ed efficacia significano evidentemente, prezzi inferiori e quindi minori costi sociali; nel caso del terzo settore, quello cioè costituito dalle aziende non profit si tratta di un settore privato che, come è ovvio, per lo più, ha le caratteristiche del settore privato, ma, poi, ha alcune necessità legate alla funzione d’uso del prodotto assistenziale, che sono invece comuni a quelle delle aziende pubbliche che forniscono pubblici servizi, il fine è non è quello di creare ricchezza “economica” , ma quello di creare “ricchezza sociale” attraverso la produzione di esternalità positive di cui la comunità gode ipso facto. Lo scopo fondamentale di questo lavoro è quello di valutare lo strumento informativo del bilancio sociale rispetto allo strumento del bilancio e di considerare come i due documenti siano in grado di esprimere una significativa e differente informativa aziendale per le imprese che operano nel terzo settore e per quelle che operano con una vocazione di tipo non sociale.
In tutti i paesi industrializzati, si è assistito ad una profonda modificazione dei fini e delle responsabilità delle imprese: da fini esclusivamente economici a sociali a fini politici in generale. Sempre più spesso, la comunità chiede all’impresa un’assunzione consapevole delle proprie responsabilità, con riferimento al ruolo sociale da essa svolto. Trasparenza, controllo, comunicazione, responsabilità sociale, bilancio sociale, sono termini sempre più all’ordine del giorno sia per le imprese tradizionali che operano sul mercato, sia per le organizzazioni non profit. La trasparenza è sempre di più un elemento che garantisce alle imprese meritevolezza, consenso all’interno della comunità in cui operano, raccolta di fiducia tra la collettività. E la trasparenza non è necessariamente legata ad un sistema di controlli imposto dall’autorità; essa può discendere semplicemente dalla logica e dall’interesse comune degli attori coinvolti. Nelle imprese profit è il bilancio d’esercizio ad avere il ruolo informativo essenziale e ad essere strumento-guida fondamentale del comportamento dell’impresa stessa. Nel mondo profit, pur permanendo sempre e comunque la stumentalità delle informazioni sociali rispetto alla comunicazione economica del risultato d’esercizio, si sta assistendo, con sempre maggiore frequenza, a tentativi da parte delle aziende di rendicontare anche gli aspetti sociali della loro attività. Ciò soprattutto in conseguenza dei vantaggi in termini di promozione d’immagine dell’azienda e per cercare oltre ad un consenso dai clienti e ad un apprezzamento dagli azionisti, anche una legittimazione dalla società civile. Per la struttura non profit la comunicazione dei sociale e di come si è realizzato è essenziale e fondamentale; oltre a consentire la legittimazione sociale, anello a sua volta importante nel processo di raccolta di risorse (finanziarie e di volontariato), informa gli interlocutori dei risultati sociali, cioè dello scopo istituzionale per cui l’azienda stessa è stata costituita. Tale comunicazione avviene tramite il bilancio sociale che, in tal caso, è chiamato anche bilancio di missione.
La comunicazione sociale d’impresa
Qualunque processo comunicativo intrapreso da un’azienda ha come obiettivo ultimo la creazione e la diffusione del valore d’impresa.
La comunicazione incide fortemente sui sistemi di formazione delle preferenze e dei comportamenti, agendo su variabili di tipo non solo economico ma anche psicologico, sociologico e motivazionale.
Diventa fattore fondamentale la risorsa «fiducia», cioè la capacità dell’impresa di enfatizzare elementi che contribuiscono ad aumentare il livello di fiducia degli interlocutori nelle relazioni che essi instaurano con l’impresa stessa.
In questo frangente è determinante porre l’attenzione sul ruolo della comunicazione sociale. Essa è in grado di influenzare profondamente le modalità cognitive attraverso cui le persone assumono, interpretano ed elaborano le informazioni loro indirizzate. Lo scopo, è in via generale, il miglioramento della notorietà e della percezione che il pubblico ha dell’immagine dell’impresa. La comunicazione sociale è indirizzata a costruire e consolidare consensi commerciali e sociali al fine di creare un’immagine affidabile, forte e attrattiva dell’azienda. Parlando di comunicazione sociale, e quindi più concretamente di bilancio sociale, appare opportuno sottolineare le differenze di importanza, significati e utilizzazione che esistono tra imprese profit e Azienda non profit.